Seguire Martha Cooper per le vie di Torino è stato meraviglioso. Settimane ad inseguire uno scatto, un momento, la luce su un muro, la smorfia di un artista. Scoprire la sua grande passione per l’arte di strada, vederla fermarsi ad ammirare i murales della città, confrontandosi con tutti gli artisti.
“Non penso di essere un simbolo o una portavoce. Sono piuttosto sempre stata una persona curiosa e da sempre mi sono interessata a tutto ciò che viene realizzato manualmente” ha raccontato Martha nel libro “Parlando di graffiti, ho iniziato a occuparmene nel 1975, quando sono arrivata a New York. Stavo realizzando un mio progetto fotografico sui bambini che costruivano i loro giocattoli dagli og-getti che trovavano in strada. A un certo punto un ragazzino mi ha mostrato il suo blocco su cui c’erano disegni del suo nome. È stata questa la prima volta che ho capito che i graffiti e i disegni che vedevo sui muri erano dei nomi, anzi dei soprannomi. E ho voluto saperne di più…”